
Lo studio
In Google Immagini (images.google.com) gli utenti possono caricare un’immagine o un link ad una immagine, per la ricerca di immagini corrispondenti, in luogo della usuale ricerca tramite testo. I ricercatori, che hanno pubblicato lo studio su JAMA Dermatology, hanno utilizzato questo strumento su 100 fotografie con le 10 condizioni benigne e maligne più comuni della pelle, tratte da un database del Navy Medical Center degli Stati Uniti, utilizzato dai dermatologi certificati di bordo. Tra le immagini, lesioni come il melanoma, il carcinoma squamo-cellulare, l’emangioma e il nevo. Per il 30% del tempo non si sono avute diagnosi corrette nelle prime 10 immagini riguardo alla ricerca sul carcinoma cutaneo e il tasso di errore è variato dal 30 al 100% per le condizioni benigne. La parola ‘pelle’ aggiunta alla ricerca ha aiutato a migliorare i risultati; infatti per le lesioni maligne il tasso di errore era minore. Affidarsi al motore di ricerca per immagini espone ad un elevato rischio di avere diagnosi sbagliate e di sentirsi erroneamente rassicurati, al punto da non cercare cure idonee. Secondo Kavita Sarin, le persone dovrebbero fare affidamento prima di tutto sul proprio medico curante per ottenere diagnosi accurate.Chiaramente i pazienti useranno sempre di più le nuove tecnologie per capire la loro condizione e per soddisfare i bisogni di salute; tuttavia bisogna dire che la tecnologia pur essendo uno strumento di informazione non è ancora precisa e che la cosa migliore da fare è al momento consultare il proprio medico se si è interessati a conoscere il proprio stato di salute.
Fonte: JAMA Dermatolgy 2016
Kathryn Doyle
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
